L’arte in Versilia

La Versilia ha avuto l’onore di essere stata terra natia e di aver ospitato per diverso tempo alcuni importanti artisti locali e di stampo internazionale.

IGOR MITORAJ

Mitoraj nasce nel 1944 a Oederan, un piccolo centro della Sassonia, da madre polacca e padre francese. Trascorrerà la sua giovinezza a Cracovia, dove, nel 1963, all’età di diciannove anni, decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti: qui, durante i suoi ultimi tre anni di formazione, seguirà i corsi di Tadeusz Kantor, noto pittore, regista e scenografo teatrale.

Nel 1968, sotto consiglio dello stesso Kantor, si trasferisce a Parigi per ampliare la sua formazione culturale, iscrivendosi, nello stesso anno,  all’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts.

Nel 1976 organizza la sua prima mostra alla Galerie “La Hune” di Parigi, riscuotendo un grande successo, che gli è valso il “Prix de la sculpture de Montrouge”. Da quel momento in poi Mitoraj si dedicherà solo ed esclusivamente alla scultura. 

Nel 1987 acquista un grande atelier a Pietrasanta, diventando poi anche cittadino onorario, e, nel 1989, presenta per la prima volta le sue opere alla New York Academy of Art. Negli anni successivi espone in numerose mostre personali, riceve inviti a esporre nei più importanti musei internazionali, contemporaneamente, riceve prestigiosi incarichi per la realizzazione di sculture monumentali nelle principali metropoli.

Negli anni 2002 e 2006 si dedica alle scenografie e ai costumi per la “Manon Lescaut” e la “Tosca” di Giacomo Puccini, rappresentate nell’ambito del Festival Puccini di Torre del Lago.

Mitoraj morirà a Parigi il 6 ottobre 2014, e nel 2016 verrà realizzata una mostra postuma nel prestigioso sito archeologico di Pompei dove, coronando il grande sogno di Mitoraj, verranno esposte circa trenta delle sue sculture monumentali.

Igor Mitoraj – Foto di insideart.eu
“Il Centauro” – Igor Mitoraj

TANO PISANO

Tano Pisano nasce a Lentini, un piccolo comune nella provincia di Siracusa, nel 1947: si diploma presso l’Istituto d’Arte di Siracusa e nel 1963 si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti sotto la guida di Luigi Montanarini, Franco Gentilini e Mino Maccari.

Sono numerosi i suoi esperimenti nell’utilizzo della pittura come terapia e forma d’espressione presso le case di cura psichiatriche di Gorizia, Schlevig-Holstein (Germania Occidentale) e Upsala (Svezia).

Nonostante abbia continuato a lavorare e sperimentare tecniche differenti fino alla metà degli anni Novanta, Tano Pisano negli anni ’80 non partecipa a esposizione pubbliche e apre un piccolo, ma raffinatissimo ristorante a Copenaghen, frequentato per la particolarità dei suoi piatti dalla stessa regina.

Si trasferisce poi in Francia, viaggia in Germania e arriva per caso sulle coste della Spagna settentrionale per trascorrere una breve vacanza ma, al momento di ripartire, cambia idea e sceglie la Catalogna come patria. L’artista siciliano sceglie poi di trasferirsi in Versilia e a Pietrasanta, nel 2016, apre la propria galleria: Tano Pisano Opera Unica. 

Sempre più presente in Pietrasanta nel 2019 espone in Municipio il suo albero di Natale: “Meccano Mino”; nel 2020 partecipa con il quadro “Capriccio” all’asta benefica “Il grande dono dell’Arte” per raccogliere fondi da destinare all’emergenza sanitaria in Versilia causata dalla pandemia da “Covid 19”; nel 2020-2021 è protagonista della grande mostra di Natale: “Tano Pisano Meccano”, Chiesa, Chiostro di Sant’Agostino e Piazza Duomo; partecipa alla collettiva “Violini d’Artista”, Centro Culturale “L. Russo”, 2022.

Tano Pisano – foto di gonews.it
“Il Meccano” in Piazza Duomo a Pietrasanta (foto di Oblong Contemporary Gallery)

GIO’ POMODORO

Giò Pomodoro nasce a Orciano di Pesaro, comune in provincia di Pesaro-Urbino: dopo essersi diplomato all’Istituto per Geometri di Pesaro nel 1951, nel 1954 si trasferisce a Milano con il fratello Arnaldo. 

Nel 1956 è alla Biennale di Venezia (con una sala personale anche nel 1962, ’78 e ’84) con una serie di argenti e nel 1959 con “Fluidità contrapposta” a Kassel e con le prime “Superfici in Tensione” a Parigi, dove nel 1960 vince il “Premio per la Scultura” della “Biennale per Giovani Artisti”.

Dal 1970, nello studio versiliese di Querceta, realizza opere di grandi dimensioni, in pietra, marmo e bronzo. Nel 1974 si tiene a Ravenna la sua prima mostra antologica, seguita, nel 1976, da due importanti personali a Bruxelles (Musée d’Ixelles) e Prato (Castello dell’Imperatore).

Numerosissime anche le collettive a cui ha preso parte in tutto il mondo. Nel 2002 è il primo italiano a ricevere il “Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture”. Sue sculture sono presenti nelle più prestigiose collezioni pubbliche e musei di tutto il mondo.

Arrivato in Versilia intorno al 1965, inizia a realizzare le proprie sculture presso i Laboratori Stefania Cima, Stile Dorico, Paolo Nello Galeotti, Iacopo, Marco e Ulderigo Giannoni, Henraux, Mirto Nannini, Officina, Marmi Ponterosso, Rebechi, Pio Rossi, Studio Sem e le Fonderie Tommasi, Da Prato, Mariani, Tesconi, Versiliese; nel 1974 incontra l’artigiano Nilo Giannaccini con cui inizia una collaborazione quasi esclusiva.

Nel 1994 vince il “Premio Internazionale Pietrasanta e la Versilia nel mondo” e nel 2004 gli Eredi Pomodoro donano al Comune di Forte dei Marmi la scultura “La Figlia del Sole”, in occasione della sua mostra personale.

Giò Pomodoro – Foto di Galleriafutura.com
Giò Pomodoro – “La figlia del sole”

PIETRO CASCELLA

Pietro Cascella nasce a Pescara nel 1921: come il padre, anche lui si interessa alla pittura fin da giovanissimo, e nel 1938 si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti, dove all’inizio realizza opere col fratello in una fornace per la ceramica.

Dal 1958 si dedica a il progetto per il “Monumento di Auschwitz”, con il fratello Andrea e l’architetto La Fuente (rivisto poi personalmente dall’artista in 9 anni). Nello stesso periodo lavora prima a quadri-scultura, per orientarsi quindi verso la pietra ed il marmo, con cui realizza la gran parte delle sue opere.

Numerose sono le sue mostre personali, e prende parte anche a molte mostre collettive in Italia e all’estero. Si dedica soprattutto alla realizzazione di opere a carattere monumentale, tra cui le più importanti: anni ’70 – “Arco della Pace”, Tel Aviv (1972); “Omaggio all’Europa”, Strasburgo, e molte altre ancora. 

Dal 1983 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca di Roma (di cui è stato presidente). Nel 2003 riceve sia il Premio Internazionale “F.lli Rosselli” a Pietrasanta che il Premio “Guglielmo Marconi” a Bologna.

È arrivato in Versilia alla fine degli anni’50 per realizzare alcune opere alla Henraux, dove da allora ha collaborato anche con altri Laboratori del marmo: Giorgio Angeli, Bertozzi e Frediani, Piero Bibolotti, Bottega Versiliese, Giulio Cardini, Livio Garibaldi, Nilo Giannaccini, Iacopo Giannoni, Giovanni Gozzani, Sauro Lorenzoni, Mirto Nannini, Officina, Pio Rossi, tutti nell’area di Pietrasanta e lo Studio Nicoli a Carrara.

Ha lavorato anche presso le Fonderie Tommasi, Del Chiaro, Mariani e L’Arte. Dal 1973 il suo artigiano di fiducia è stato Liborio Vizzoni.

Ha partecipato a diverse mostre nell’area apuo-versiliese, tra cui si ricordano: Galleria Comunale, Forte dei Marmi (personale, 1986); “Biennale di Carrara” (1967; 1969; 1998; 2000; e sala dedicata “ad memoriam”, 2008); Piazza del Duomo e Chiesa di Sant’Agostino, Pietrasanta (personale, 2001), a cui dona la scultura “Memoria di Pietrasanta”; scenografia “Turandot”, Festival Puccini, Torre del Lago (2003); “La presenza e l’assenza: Pietro Cascella fotografato dal Claudio Barontini”, Palazzo Panichi, Pietrasanta (2018).

Pietro Cascella – foto di Anci.it
Pietro Cascella – Memoria di Pietrasanta (foto di museodeibozzetti.it)

LEONE TOMMASI

Leone Tommasi nasce nel 1903 a Pietrasanta, in una famiglia di marmisti. Diplomatosi al locale Istituto d’Arte, nel 1922 si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti, dove guadagna la stima e l’appoggio di Angelo Zanelli, autore delle sculture del Vittoriano.

Sentendosi estraneo all’ambiente romano tuttavia, si trasferisce a Milano, dove nel 1926 si diploma con Achille Alberti all’Accademia di Belle Arti di Brera.

Tornato a Pietrasanta nel 1927, sposa Carolina Ferroni con cui ha quattro figli. Da allora insegna per vent’anni all’Istituto d’Arte “Stagio Stagi” e realizza le proprie opere nello suo studio, anche se talvolta si avvale dei Laboratori Bovecchi, Henraux, Lapis, Cav. Ferdinando Palla, Santoli e Rovai, Battista Vannucci, Emilio Buratti e per il mosaico di quelli di Antonio Castaman e Paolo Favret e naturalmente del Laboratorio del padre Luigi e nella Fonderia del figlio Luigi Tommasi. 

Non si allontana dalla Versilia, tranne che per alcuni viaggi di lavoro, tra cui quelli in Argentina nel 1950-54 per le “sculture monumentali del Palazzo dell’Aiuto Sociale”, per il progetto del “Monumento a Eva Peron” e per il complesso monumentale al Descamisado e per il “Ritratto del Cardinale Copello”.

Volontariamente isolato per il desiderio di rimanere fuori dall’arte ufficiale che non approva, raramente accetta di partecipare ad eventi espositivi, tra cui si ricordano la collettiva “Artisti Versiliesi a Seravezza” nel 1936 e la “Mostra del Fiorino” a Palazzo Strozzi a Firenze (1962 e ’65).

Con la sua attività artistica dedicata soprattutto a creazioni religiose e commemorative, gode di larga fama, grazie alle sue opere in marmo e in bronzo sparse in tutto il mondo, tra cui: “San Giovanni Battista”, bronzo, Cattedrale di Adelaide, Australia; “altorilievo, marmo, Altare di Sant’Anna, Cattedrale di Scherbrute, Stati Uniti,  e altre ancora.

Fra le sue opere conservate in Versilia, tra le altre, vi sono: “sei sculture”, marmo, facciata, Chiesa di San Paolino, Viareggio; ciclo di “bassorilievi”, bronzo, pala d’altare, Cappella della Madonna del Sole, Duomo, Pietrasanta; “Madonna del Cavatore”, Tacca Bianca, Monte Altissimo (1946); “Crocifisso, Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, Fiumetto, Marina di Pietrasanta; “S. Pellegrino e Madonna della Neve”, bronzo, Chiesa di Minazzana; “Autoritratto”, bronzo, Azzano (1974).

Nella zona apuo-versiliese gli si sono dedicate alcune retrospettive postume – “I Tommasi”, Palazzo Mediceo, Seravezza (1983); “Leone Tommasi/1903-1965”, Centro Culturale “L. Russo”, Pietrasanta (1986).

Leone Tommasi – foto di Etrastudiotommasi.it
Leone Tommasi – “Madonna del Cavatore” (foto di Versiliatoday.it)

MARCELLO TOMMASI

Figlio di Leone, nasce a Pietrasanta nel 1928, e la sua prima formazione avviene a contatto con l’attività artistica del padre Leone, scultore e dei fratelli Riccardo, pittore e Luigi, fonditore. 

Conclusi gli studi classici nel 1947 presso il Liceo “G. Carducci” di Viareggio, si iscrive alla Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze e contemporaneamente frequenta lo studio di Pietro Annigoni disegnando dipingendo e progressivamente rivolgendo il suo impegno alla scultura; nel 1966 consegue il dottorato in Storia dell’Arte con una tesi su Pietro Tacca, di cui scriverà anche una biografia. Dal 1965 è membro dell’Accademia delle Arti e del Disegno di cui diviene Vicepresidente nel 1988.

Inizia ad esporre nel 1951 partecipando alla “VI Quadriennale d’Arte” di Roma e quindi presenta la sua prima personale nel 1955 alla Galleria degli Artisti di Milano, a cui poi faranno seguito molte altre. Partecipa anche a numerose collettive, tra cui si ricordano: “Biennale Internazionale del Fiorino, Firenze (1962, ’65, ’67, 69); “Biennale Internazionale”, Barcellona (1967, ’71, 79); Biennale Internazionale di Madrid (1969), Palazzo Strozzi, Firenze (1971); Biennale del Bronzetto di Padova (1971), e molte altre ancora.

Sue opere sono presenti in molte collezioni pubbliche e private, tra cui: Museo d’Arte Moderna, Città del Vaticano; Biblioteca Nazionale, Parigi; Università di Pisa; Istituto di Storia dell’Arte, Università di Firenze; Musei Nazionali di Varsavia e Cracovia, e altre ancora.

Tra i suoi principali riconoscimenti si ricordano: “I Premio, ‘Concorso Nazionale di Scultura’” bandito dalla Camera di Commercio di Arezzo, (in occasione del “IV Centenario della morte di Michelangelo” con “La Conversione di Saulo”, ora conservata presso il Museo di Scultura di Caprese Michelangelo, 1964); “Medaglia d’Argento”, (1972) e Medaglia di Vermeil (1976), Targa del Bimillenario, Parigi; nominato “Chevalier de l’Ordre des Artes et des Lettres” dal Ministro della Cultura francese (1988).

Pubblica anche diversi libri tra cui: “Metamorphoses d’Ovide”, libro d’arte con litografie (1974); Metamorfosi di Ovidio, libro d’arte con litografie (1975); ” Don Chisciotte”, cartella di incisioni (1977); “L’asini d’oro” libro d’arte con litografie.

Divide la sua vita e il suo lavoro tra Firenze e Pietrasanta, dove nel 2002 tiene corsi d’arte presso il suo studio in via Marconi. Realizza le sue opere anche presso i Laboratori Ugo Antognazzi, Franco Cervietti, Paolo Bresciani, Scultur Kamin, Antonio Castaman e le Fonderie Tommasi e Del Chiaro.

Fra le molte opere pubbliche realizzate in Versilia si ricordano: “Monumento funebre per la famiglia ‘Bastreri'”, Cimitero di Pietrasanta; ritratto del dott. ‘Giuliano Andreozzi’, in occasione del 25esimo anniversario dell’AVIS di Forte dei Marmi; Medaglia con la Parabola del Buon Samaritano, Seravezza, “Battesimo di Gesù”, affresco, Santuario di Quercioli, MS (1956); “La Crocifissione” pala d’altare, Duomo di Seravezza (1956); “La campagna va al mercato”, Piazza del Mercato, Pietrasanta (1968); “Portale” (1983).

Marcello Tommasi – Foto di museodeibozzetti.it
Diego – Marcello Tommasi (foto di museodeibozzetti.it)

FERNANDO BOTERO

Fernando Botero nasce a Medellin (Colombia) nel 1932: frequenta prima il liceo e poi l’Istituto di Belle Arti di Medellin.

A 16 anni espone per la prima volta le sue opere (1948) e collabora al giornale “El Colombiano”, disegnandone le illustrazioni. È del 1951 la prima personale, alla Galleria Leo Matiz di Bogotà, dove si trasferisce nel 1952 per frequentarne l’ambiente culturale e dove vince il “secondo premio” al IX Salone degli Artisti Colombiani.

Con il denaro della vincita si reca in Europa e frequenta prima l’Accademia Reale di San Fernando a Madrid (1952) e poi l’Accademia di San Marco a Firenze (1953), dove segue le lezioni di Roberto Longhi.

Nel 1955 torna in Colombia, ma subito si trasferisce in Messico. Nel 1957 si sposta a Washington, dove nel 1958 le opere esposte alla Gres Gallery vengono vendute tutte il giorno stesso dell’inaugurazione e a soli 26 anni ottiene la cattedra di pittura all’Accademia d’Arte di Bogotá (fino al 1960).

Nel 1959 vince il “Premio Guggenheim International” e partecipa alla V Biennale di São Paulo. Nominato rappresentante della Colombia alla II Biennale del Messico viene osteggiato ed aspramente criticato. Si trasferisce a New York. Presenta le sue opere in sedi prestigiose e nel 1966 si tiene la sua prima grande personale europea alla Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden, Germania, dove nel 1970 apre una grande mostra itinerante in cinque musei comprendente oltre ottanta opere.

Divide la sua vita fra New York, Bogotà e l’Europa; nel 1973 si trasferisce a Parigi dove inizia a realizzare le sue prime sculture e presenta la sua prima ersonale in Italia presso la Galleria Marlborough a Roma.

Dal 1983 l’artista soggiorna con continuità a Pietrasanta, dove lavora presso le fonderie Mariani, Versiliese, Del Chiaro, L’Arte, Da Prato, Tesconi, Navari e presso i laboratori Cervietti, Giuseppe Giannoni, Roberta Giovannini, Scultori Associati. Nel 1991 riceve il Premio “Pietrasanta e la Versilia nel mondo”, mentre nel 2001 ottiene la “cittadinanza onoraria”. A Pietrasanta dona la scultura “Il Guerriero” in Piazza del Municipio (1992) ed esegue gli “affreschi” nella Chiesa della Misericordia (1993). Oltre alle sue personali in Piazza del Duomo e Chiesa di S. Agostino a Pietrasanta (2000 e 2012), prende parte a molte collettive nell’area, tra cui la “X Biennale di Scultura” di Carrara (2000).

Fernando Botero – Foto di biografieonline.it
Fernando Botero – “Guerriero” (foto di delchiaro.com)

UGO GUIDI

Ugo Guidi nasce a Montiscendi (Pietrasanta) il 14 settembre del 1912 ma trascorre a Querceta l’infanzia e la gioventù. Rimasto orfano in tenera età per la morte del padre nella Grande Guerra nel 1918 si lega ancor più alla madre.

Le immagini sacre trovate nei cassetti materni sono i primi soggetti di un lavoro grafico quotidiano che non abbandonerà più. La passione per il disegno, evasione dai disagi di una giovinezza malaticcia, lo porta a frequentare la Scuola d’Arte di Pietrasanta.

Dopo la Scuola d’Arte frequenta l’Accademia di Belle Arti di Carrara sotto lo scultore Arturo Dazzi che apprezzandone i risultati artistici conseguiti lo chiamerà all’Accademia stessa come assistente. Gli studi proseguono fino al 1936 e nel 1937 ottiene il primo premio di scultura al Premio Dervillé di Carrara.

Dal 1948 al 1976 è insegnante di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara e si prodigherà nella formazione di studenti. Nel 1956, all’età di 44 anni, espone per la prima volta le opere che esegue fin dalla gioventù, dietro l’interessamento e l’incoraggiamento di Ottone Rosai e Piero Santi, alla Galleria “La Strozzina” di Palazzo Strozzi a Firenze.

È invitato alle maggiori rassegne nazionali quali le Biennali di Milano, le Quadriennali di Roma, il Fiorino di Firenze, le Biennali di Scultura di Carrara, Arte e Sport di Firenze, Biennali del Bronzetto di Padova. Dal 1958 mostre personali si susseguono da Roma a Milano, Torino, Parma, Modena, Potenza, pur presentando sempre in anteprima le opere più recenti alla Galleria “L’Indiano” di Firenze, essendo legato da amicizia e stima con Piero Santi e Paolo Marini.

Il percorso artistico si realizza pienamente nella tranquilla esistenza a Forte dei Marmi: in quest’ambiente naturale, dove la natura si mantiene in posizione discreta ma suggeritrice, Guidi opera con una ricerca continua, mai soddisfatto dei risultati creativi raggiunti.

Nel 2005, il suo studio e la sua casa sono diventati Casa-Museo, inserita ufficialmente tra i musei della Regione Toscana. Con le oltre 600 opere presenti, il MUG è una testimonianza unica della feconda stagione culturale del secondo ‘900 a Forte dei Marmi.

Dal 2007 è sede di mostre d’arte contemporanea che, grazie all’Associazione Amici del Museo Ugo Guidi Onlus, promuovono giovani e validi artisti nazionali ed internazionali.

Per ricordare la figura di Ugo Guidi e valorizzare gli artisti emergenti è stato indetto un Premio a suo nome che ha raggiunto la decima edizione e ha coinvolto le Accademie d’arte italiane e l’Accademia Maxi College di Mosca.

Ugo Guidi nel suo studio – Foto Archivio Famiglia Guidi
Cavallo e cavaliere di U. Guidi – Foto Barbara Cardini

FONDERIE

Pietrasanta è celebre non solo per i suoi laboratori di marmo, ma anche per le sue fonderie, le quali hanno dato origine a molte delle statue che possiamo ammirare intorno a noi.

FONDERIA ARTISICA VERSILIESE

La Fonderia Artistica Versiliese nasce nel 1975 dalla passione per il bronzo di Gino Lucarini, maestro artigiano formatosi al fianco di grandi artisti a Pietrasanta.

Con i tre figli, Tiberio, Franco e Gabriele l’azienda è cresciuta nel rispetto dei suoi valori: artigianalità, intraprendenza, innovazione e valorizzazione di ogni opera.

Eccellenza, capacità produttive, esperienza e una solida identità hanno portato alla collaborazione con influenti artisti internazionali, scultori emergenti e alla realizzazione di prestigiosi progetti in tutto il mondo.

Attraverso i suoi reparti produttivi, viene offerto un servizio completo che si occupa della lavorazione artistica del bronzo e altri metalli, così come di materiali sintetici e resine, realizzando col metodo di fusione a cera persa sculture e complementi di design.

Oggi la Fonderia Artistica Versiliese si occupa anche dell’interior design di residenze e yacht, in collaborazione con partner internazionali. Qui di seguito potete trovare alcuni dei loro lavori.

Bernard Bezzina – Main Divition III (foto di fonderiaversiliese.it)
Martin Luther King III (Foto di fonderiaversiliese.it)

FONDERIA D’ARTE MASSIMO DEL CHIARO

La Fonderia viene fondata da Massimo del Chiaro, il quale dal 1949, appena terminata la quinta elementare, inizia a lavorare presso la Fonderia Fonderia Artistica Vittorio Lera di Viareggio, nella quale apprende in fretta la tecnica della fusione a cera persa. All’età di diciotto anni diventa capo fonderia: resterà a Viareggio tredici anni, per poi traferirsi a Pietrasanta come capo di un’altra fonderia. 

Nel 1967, dopo le richieste di vari prestigiosi Scultori Liguri, apre una fonderia personale a Genova, perché lì, all’epoca, non essendoci alcuna concorrenza del settore, c’era più lavoro: ci rimane fino al 1977, anno in cui torna a Pietrasanta, chiamato a dirigere, come capo fonderia, una fonderia artistica locale. I proprietari però non condividevano le sue idee di sviluppo e così, nel 1980, fonda la Fonderia d’Arte Del Chiaro a Pietrasanta.

Come risultato della lunga esperienza e del valore dimostrato da Massimo Del Chiaro nell’usare l’antico metodo della “cera persa”, ha ottenuto una reputazione internazionale per l’altissima qualità e la sua accuratezza nell’eseguire lavori di arte. Con la crescita della produzione e il bisogno di un maggior numero di dipendenti Massimo Del Chiaro ampliò la sua fonderia in modo da soddisfare tutte le richieste degli artisti iniziando la costruzione di una nuova sede in Via delle Iare nel 1985.

In questa fonderia vengono realizzate sculture in bronzo, di qualsiasi soggetto e misura, direttamente dai modelli forniti dai clienti, o statue da un’idea che l’artista presenta con un disegno od una fotografia.

Oltre all’esecuzione si statue in bronzo su commissione, negli ultimi anni la Fonderia ha diversificato la sua attività sino ad includere la produzione e la vendita di perfette riproduzioni in bronzo e in gesso di statue classiche dei maestri del passato; opere di Arte Sacra e Funeraria non in serie, ma personalizzate a seconda delle richieste dei clienti; medaglie e targhe in bronzo. Le sculture create dagli artisti, che potrebbero essere anche di piccole dimensioni, vengono ingrandite in qualsiasi misura richiesta, dai nostri esperti artigiani.

Fonderia Del Chiaro (foto di delchiaro.com)
Riproduzione dei Bronzi di Riace a cura della Fonderia Massimo Del Chiaro (foto di delchiaro.com)

FONDERIA ARTISTICA MARIANI

La Fonderia Mariani inizia la sua attività nel 1952 quando nasce come fonderia artistica “Mariani & Belfiore” e si dedica all’ esecuzione di monumenti e sculture in campo liturgico ed ecclesiastico.

Nel 1974 diviene “Fonderia Artistica Mariani” e si dedica prevalentemente alla realizzazione di opere per conto di affermati scultori fra cui Fernando Botero, Igor Mitoraj, Ivan Theimer, Franco Adami, Giò Pomodoro, Arnaldo Pomodoro, Pietro Cascella, Sophia Vari e molti altri.

Nel 1985 assorbe anche la “Fonderia Artistica Jackson Mariani” che, facendo capo alla stessa gestione, si prefigge i medesimi obiettivi e utilizza sistemi di lavorazione con fusioni rispondenti alle esigenze specifiche di ogni artista.

Il laboratorio, grazie alle sue attrezzature all’avanguardia, può eseguire fusioni di diversi metalli come alluminio, argento, ferro, alpacca, ottone oltre naturalmente al bronzo. Attualmente si sta specializzando anche nelle tecniche di fusione del vetro a cera persa.

Nel giugno 2003 muore il signor Mariani e la proprietà passa alla nipote ,Cristina Alberti, al marito, Adolfo Agolini, e figlio di questa, Nicola Agolini.

La fonderia Mariani si avvale di personale di altissimo livello per quanto riguarda il cesello o la fase di rifinitura, l’assemblaggio, e la patinatura dei bronzi. La patina, in particolare, viene realizzata con il metodo dell’ossidazione naturale, applicando manualmente gli acidi necessari, senza avvalersi di coloranti artificiali. Qui di seguito qualche loro lavoro.

“Cavallo” di Gustavo Aceves – Fonderia Artistica Mariani (foto di fonderiamariani.com)
“Venus” di Fernado Botero – Fonderia Artistica Mariani (foto di fonderiamariani.com)