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Moli e pontili in Versilia: passeggiate d’autore

I tre moli di Viareggio

Molo di Levante

molo di levante
Viareggio, Molo di Levante (Adolfo Favilla)

Il Molo di Levante si raggiunge a piedi dalla spiaggia della Darsena oppure in auto, attraversando la zona dei cantieri. Concedetevi una mezz’ora a passeggiare, su questo molo che i viareggini chiamano ‘muraglione’. Troverete pace, probabilmente una coppia di innamorati seduti su uno scoglio, ed il canto dei gabbiani. Nelle giornate invernali, quando le onde si accaniscono con veemenza sugli scogli, riceverete ondate di pura energia. Nelle terse e soleggiate mattine estive, oppure negli struggenti tramonti primaverili godrete della tranquillità più totale. E a farvi compagnia, in modo discreto e silenzioso, avrete le rassicuranti sculture dei fanciulli, magicamente adagiate sugli scogli: sono le statue dell’artista viareggino Libero Maggini e raffigurano “bambini sorpresi sugli scogli a giocare in una calda giornata di Maggio”. Fanciulli in costume da bagno seduti sulle pietre del molo con la faccia rivolta verso il sole, bambine che saltano da uno scoglio all’altro con le braccia aperte per mantenere l’equilibrio. Sono sculture a grandezza naturale, intrise di intenso realismo, che armonizzano perfettamente con lo spazio circostante.

Il Molo della Madonnina

E’ il molo sud del Canale Burlamacca, più noto come Molo della Madonnina. E’ il più breve da percorrere tra quelli di Viareggio, ma comunque suggestivo, soprattutto per gli amanti delle barche a vela e degli yacht che troverete ormeggiati. Al suo apice, oltre a comode panchine, scorgerete lei, la Madonnina. Opera artistica dello scultore  Ugo Zannoni, eretta il 17 dicembre 1950, la Madonnina è sempre stata un faro simbolico per la gente di mare: su quel moletto ha sempre rappresentato per i viareggini una luce di sicuro ausilio alla rotta di coloro che dal mare e nel mare traggono sostentamento per la propria famiglia. Dicevano i vecchi pescatori “è la cara immagine che si lascia alla partenza ed il primo sorriso che si ritrova al ritorno”.

Il Molo di Viareggio

Non si può venire in Versilia e perdersi l’incantevole scenario che si apprezza dal suo molo: un posto unico nel suo genere. Si parte a piedi dalla Passeggiata a Mare, ricca di scintillanti negozi e locali e, a poco a poco, ci si lascia rapire da un’atmosfera diversa, più magica. All’inizio, nei pressi del nuovo ponte elevabile (dal quale si può scattare la miglior foto-cartolina di Viareggio) si incontrano le barchette ormeggiate dei pescatori,  tutti alle prese con bilance meccaniche e pesce che ancora si muove da piazzare all’ammirato turista. Poco più avanti tre giostre per i bambini, con mamme e passanti che sembrano ignorare lì vicino il cippo dedicato al grande Lorenzo Viani.

Poi, iniziando a camminare, ci troveremo il canale ed il dirimpettaio molo della Madonnina a sinistra, mentre alla nostra destra ci sarà la spiaggia che, tra pochi metri, lascerà spazio al mare. Andiamo ancora avanti. Appoggiata sugli scogli (o meglio sullo scoglio dove anni fa sorgeva il ristorante Tito) e protesa verso le acque blu si ammira “L’Attesa”, la suggestiva statua di Inaco Biancalana nella versione bronzea realizzata da Gionata Francesconi. Procedendo oltre, la gente si dirada, gli spazi visivi aumentano, l’occhio spazia a ovest su tutta la costa fino al golfo di La Spezia, ammirando chilometri e chilometri di spiagge, con lo skyline dei Viali a Mare che profuma sempre di Liberty. 

Sulla parte più alta, panoramica, si respira un salmastro corroborante. Lì a destra si legge su di una lapide una scritta che campeggia da molti anni, un aforisma di Enrico Pea che recita

“Respira a pieni polmoni, da questo parapetto marino. Ogni fiatata è un foglio da mille che arricchisce la cassaforte dei tuoi polmoni”.

Enrico Pea

Se poi volgete lo sguardo al ‘muraglione’, l’altro molo, l’epiteto in versione murales sarà questa volta ancor più grande e penetrante: “Viareggio in te son nato, in te spero morire”, lo diceva nientemeno che Mario Tobino.

Ed oggi lo dicono tutti i viareggini, innamorati della propria città.

Alla scoperta dei pontili della Versilia

Il Pontile del Lido

Pontile di Camaiore

Indubbiamente il Pontile del Lido è il più moderno dei pontili, stilisticamente ineccepibile, dal design minimal-chic e dalle linee più intriganti. E’ un vero piacere per gli occhi ammirarlo da ogni angolazione: in lontananza dalla Passeggiata a mare, dalla vicina spiaggia oppure dalla sua sommità, ogni angolazione regala spunti per riflessioni e belle fotografie.

Lungo 285 metri, largo 4, e con una superficie totale di 700mq che si protende nel mare come una goccia, il nuovo Pontile è un fiore all’occhiello per l’intera Versilia. Non perdetevi una sosta al Pontile Café, proprio in cima, circondati dal mare: vi sembrerà di essere sulla tolda di una nave, in una dimensione diversa, lontano dalla realtà.

Il Pontile di Marina di Pietrasanta

Pietrasanta è ribattezzata “la Piccola Atene”, per gli artisti che la frequentano e per i suoi laboratori artistici. Così anche il pontile della sua marina ammicca all’arte e all’uso del marmo. La lunghezza del nuovissimo Pontile (inaugurato nel 2008) è di 380 metri, di cui 214 in mare. Il camminamento è in asfalto architettonico intervallato da inserti in marmo con fasce laterali di 1,20 metri di legno e parapetti in acciaio. Tutta la struttura e i pali portanti sono in acciaio, tutti materiali resistenti all’atmosfera aggressiva. Il Pontile termina a mare con un rondò decagonale di 800 mq; è uno spazio aggiuntivo adatto per ospitare eventi o per ammirare una panorama unico a 360°.

Il Pontile di Forte dei Marmi

E’ il più antico visto che venne costruito nel 1958. Ritratto in numerosi film di ogni epoca. Il Pontile del Forte è stato e resta un simbolo, noto in tutta Italia e all’estero. Ancor oggi, con fierezza, si protrae verso il mare per oltre 300 metri.

E pensare che questo era il luogo dove arrivavano i blocchi di marmo delle Apuane, quando nel 1513 Leone XIII donò a Firenze il Capitanato di Pietrasanta, obbligando Michelangelo Buonarroti a rinunciare ai marmi di Carrara per quelli di Seravezza. Lo scultore fece allora costruire una strada che finiva proprio sul pontile.

Oggi che il marmo non parte più verso le sue destinazioni d’arte e di storia, l’antico pontile continua a stupire per il suo fascino.

Al tramonto, quando i surfisti nuotano indietro scivolando sull’acqua colorata di rosso, offre ancora la più bella vista sulla Riviera del marmo.